Casa Da Polenta. Ravenna dantesca.
Casa Da Polenta in Ravenna. Alberghi vicino a Casa Da Polenta .
Foto1): facciata di una Casa Da Polenta, via Zagarelli alle Mura, 2)particolare della facciata, 3)il simbolo dei Canonici della Abbazia di Porto,4)la chiesa di Polenta sui colli romagnoli, vi si fermò Dante Alighieri, 5)interno della chiesa,6)i colli romagnoli
Un catasto dei fabbricati urbani compilato a metà del Trecento elenca i beni immobili posseduti in città dalle maggiori famiglie ravennati, dagli enti ecclesiastici e dalle corporazioni.
Di quegli edifici restano oggi scarse tracce. A ridosso delle mura urbane, affacciata sulla riva del Padenna (il canale principale che scorreva qui a fianco, tra via Mazzini e via Baccarini), si trovava, secondo quel catasto, la più ragguardevole delle residenze dei Da Polenta.
Ad essa sono stati riferiti alcuni resti rinvenuti in questa zona e per quella ragione questa casa, dalla facciata austera, anzi cruda, viene per tradizione attribuita alla famiglia che ebbe la signoria della città. Si dice anche che qui nacque Francesca, cantata da Dante nel V canto dell'Inferno.
I Da Polenta, il cui nome deriva da un castello sui vicini colli romagnoli, si stabilirono in città tra XII e XIII secolo. Guelfi di stretta osservanza, riuscirono a imporsi sulle famiglie del patriziato cittadino, destreggiandosi tra le rivalità interne, saldando rapporti privilegiati con la curia arcivescovile ed estendendo il loro patrimonio.
Durante gli ultimi vent'anni del Duecento, con Guido Minore e poi con Lamberto, consolidarono il loro peso politico controllando le principali cariche pubbliche, e assumendo infine quella di podestà a vita. Il loro dominio durò, non senza contrasti, fino al 1441, quando sopravvenne quello veneziano.
Allora tutti i beni polentani passarono alla Repubblica di Venezia, che cedette poi questa casa alla Canonica di Porto, una delle quattro grandi abbazie della città: resta murato, in alto sopra l'ingresso, il simbolo dei canonici.
Nell' Ottocento la casa divenne proprietà di Alfredo Brandolini, che in cinquant'anni di appassionato lavoro raccolse centinaia di esemplari di uccelli tipici della bassa ravennate, costituendo il Museo Ornitologico Brandolini, che ebbe qui la sua prima sede.
Prof. Gianni Morelli e Anna Missiroli
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