Stazione Ferroviaria. Ravenna nell'800.
Stazione Ferroviaria di Ravenna. Alberghi vicino alla Stazione Ferroviaria.
foto: 1)la facciata della stazione; 2)di fronte, la statua di Farini .
La prima linea ferroviaria giunse a Ravenna nel 1863.
Era il tronco che a Castel Bolognese si diramava dalla Bologna - Ancona, ultimata un paio d'anni prima. Dopo oltre vent'anni venne inaugurato anche il collegamento adriatico, verso Cervia - Rimini e Argenta - Ferrara.
Il primo collegamento ferroviario di Ravenna si lega all'intento di valorizzare il suo porto, che allora si configurava come il più settentrionale sul versante adriatico, essendo ancora il Veneto sotto il dominio austro-ungarico.
L' Adriatico costituiva lo spazio marittimo su cui il Regno d' Italia veniva ora ad affacciarsi e in cui si confrontava direttamente con l' Austria.
Questa necessità di un contatto col porto spiega il motivo per cui la stazione venne collocata nel ristretto spazio tra la darsena portuale e la città, le cui mura dovettero essere abbattute per circa 500 metri.
Come in tante altre città, la costruzione della stazione ebbe come conseguenza la realizzazione di un nuovo assetto urbano tra la stazione stessa e il centro: l'apertura di un nuovo ampio viale alberato, la creazione di spazi sistemati a verde pubblico, la costruzione di villini e di monumenti che celebravano le figure eroiche dell' unità nazionale.
Sia il piazzale che il viale, davanti alla stazione, furono dedicati a Luigi Carlo Farini, che in veste di "dittatore" dell' Emilia, nel 1859 aveva fortemente sostenuto la costruzione della ferrovia a Ravenna. A lui venne eretto anche un monumento al centro del piazzale, scolpito da Enrico Pazzi e inaugurato nel 1878.
I bombardamenti aerei dell'estate 1944 distrussero sia il monumento che la stazione. Questa fu provvisoriamente ripristinata due anni dopo, insieme alla linea di Castel Bolognese; dopo altri due anni fu la volta della Rimini - Ferrara.
L'attuale edificio della stazione venne inaugurato nel 1952: i suoi finestroni richiamano quelli della vicina basilica di San Giovanni Evangelista. Il monumento a Farini è stato invece rifatto, quasi identico al precedente, nel 1995, autore lo scultore e medaglista ravennate Giannantonio Bucci.
Con la guerra sono scomparsi anche i vasti giardini pubblici che delimitavano il lato nord del piazzale, dove si trovava un chiosco dotato di una gran cisterna che vendeva acqua proveniente da Pracchia, presso le sorgenti di Porretta Terme, rifornita ogni qualche giorno da un servizio ferroviario.
Prof. Gianni Morelli, Anna Missiroli
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