Piazza Anita Garibaldi. Ravenna nell'800.
Piazza Anita Garibaldi nel centro di Ravenna. Alberghi vicino a Piazza Anita Garibaldi. Foto: 1)Piazza Anita Garibaldi, 2)bassorilievo del monumento, 3)bassorilievo del monumento, 4)la fattoria Guiccioli La piazza è stata ricavata nel 1879, demolendo vecchie case, lungo il nuovo viale di accesso alla stazione ferroviaria.
Venne dedicata ad Anita Garibaldi quando le autorità cittadine vi eressero il monumento "ai ravennati che morirono sul patibolo, nelle carceri, in guerra e in esilio" - così recita la delibera - "e ad Anita Ribeira de' Silva di Merinos, distretto di Laguna (Brasile), moglie e compagna di gloria e di sventura di Giuseppe Garibaldi".
L'idea di onorare i caduti per l' indipendenza d' Italia con un monumento era sorta sin dal 1860, all'indomani dell'annessione al Regno sabaudo. Per realizzarla si formarono due comitati con due distinti obiettivi: uno intendeva ricordare Anita Garibaldi, l'altro i ravennati caduti per la libertà e l' indipendenza.
Si giunse a un accordo concependo un unico monumento in onore dell'una e degli altri. Il lavoro venne affidato, a seguito di pubblico concorso, al fiorentino Cesare Zocchi. I quattro leoni simboleggiano gli anni cruciali delle lotte risorgimentali: 1831, 1848, 1859, 1870. In alto la figura femminile, dalle sembianze di una dea Athena, rappresenta la città di Ravenna che porge una corona di alloro a un soldato caduto.
Nei bassorilievi in bronzo, due momenti della vita di Anita Garibaldi, eroina del Risorgimento: il guado del fiume Canavas e la morte per malaria, avvenuta il 4 agosto 1848 presso la fattoria Guiccioli, a nord di Ravenna.
Il monumento fu inaugurato il 10 settembre 1888 alla presenza di re Umberto I.
Nel clima di alta conflittualità sociale e di accesi contrasti ideologici tra monarchici e non, 23 associazioni repubblicane e 28 socialiste, che allora radunavano i lavoratori della terra, mezzadri le prime, braccianti le seconde, non riconobbero la validità del monumento e in segno di protesta contro i "Reali" non parteciparono all' inaugurazione, nonostante una lettera pubblica di disapprovazione inviata da Aurelio Saffi.
Fecero invece incidere i nomi dei caduti in una lapide, che venne prima affissa a casa Zirardini, sede storica del movimento socialista e dell' associazionismo operaio; demolita la casa per la realizzazione di piazza dei Caduti, la lapide fu trasferita prima sul palazzo dell' orologio nella piazza centrale e poi sul palazzo della posta, di fronte al monumento a Giuseppe Garibaldi, dove tuttora si trova.
Sul monumento restano evidenti i colpi delle schegge dei bombardamenti aerei che rasero al suolo questa parte della città nell'estate del 1944.
Prof. Gianni Morelli, Anna Missiroli.
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