Canale Corsini. Ravenna pontificia.
Canale Corsini a Ravenna. Alberghi nel centro di Ravenna.
Foto: 1)Canale Corsini visto dal lato del centro città, 2)Canale Corsini, il "Moro di Venezia" Americas Cup, 3)Canale Corsini, arrivo a Marina di Ravenna ,4)Canale Corsini, porto turistico Marina di Ravenna, 5)Canale Corsini, lo sbocco al mare aperto
Ravenna è un luogo d' acque. Con l' acqua Ravenna ha sempre avuto un rapporto speciale, spesso difficile. Sull' acqua la città sorse, bagnata in origine dal mare Adriatico che gradualmente s'è poi allontanato, respinto verso oriente dagli apporti alluvionali dei fiumi che scendevano verso questa pianura.
Nonostante la lontananza dal mare, però, Ravenna ha sempre mantenuto l' originaria funzione di scalo marittimo, adeguandola di volta in volta alle continue trasformazioni del sito.
Il Canale Corsini è l' ultimo dei suoi porti in ordine di tempo, entrato in funzione nel 1738. La sua realizzazione si rese necessaria per collegare la città al mare dopo l' eliminazione del precedente raccordo, il Canale Panfilio. Questo era stato resecato nell' ambito di imponenti operazioni di sistemazione idraulica, in particolare di deviazione dei fiumi Ronco e Montone, promosse da papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini.
Il nuovo naviglio venne intitolato al pontefice e i Ravennati in segno di riconoscenza gli innalzarono una statua nella piazza principale, oggi al Museo Nazionale.
Ufficialmente Canale Corsini, per i Ravegnani il porto è “e’ Cangiàn", il Candiano, come era chiamato il tratto finale di un vecchio canale, che aveva costituito il porto prima del Panfilio.
Il Canale Corsini venne raddrizzato e ampliato in varie fasi, e radicalmente ristrutturato negli anni 1950-70, dopo i pesanti bombardamenti dell'ultima guerra.
Il centro delle attività portuali si è spostato fuori città, alle nuove banchine del Porto San Vitale, ed è stata interrata la vecchia darsena, che si allungava parallela alle mura urbane, là dove ora è la stazione delle autolinee.
In via Magazzini Anteriori, che era la sponda orientale della darsena, restano i magazzini settecenteschi disegnati dall' architetto Camillo Morigia.
Poco rimane invece della Porta Alberoni, abbattuta nel 1884 per far posto ai binari della ferrovia. Era stata aperta lungo le mura nel 1740, all'estremità della nuova strada che mantiene il nome di via Giulio Alberoni e che collegava il Corso (via di Roma) allo scalo portuale: un omaggio al legato pontificio che aveva portato a termine i grandi lavori idraulici di quel tempo.
Prof. Gianni Morelli, Anna Missiroli
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