Zona del Silenzio. Ravenna nel '900.
Zona del Silenzio nel centro citta'. Alberghi vicino alla Zona del Silenzio e alla Tomba di Dante.
Foto: 1)Zona del Silenzio, giardini chiostro lato Casa Oriani, 2)Tomba di Dante e Quadrarco di Braccioforte,3)Cripta della Basilica di S.Francesco, 4)Il soffitto a carena della Basilica di S.Francesco, 5)I cipressi e antichi sarcofagi vicino alla Tomba di Dante, 6)Il chiostro cinquecentesco, 7)Il palazzo della Provincia sul lato della Piazza S.Francesco
L' aspetto attuale dell' area circostante il sepolcro di Dante è l' esito di sistemazioni urbanistiche realizzate a partire dalle celebrazioni del sesto centenario della morte del poeta, l' anno 1921, e durante i successivi anni Trenta.
I primi interventi furono tesi al ripristino del volto della città al tempo di Dante. Si individuarono le più significative tracce rimaste del Due - Trecento, in continuità con i princìpi di ricomposizione delle linee originarie già applicati ai monumenti ravennati dalla fine dell' Ottocento per opera del ravennate Corrado Ricci, che fu poi a lungo direttore generale delle Belle Arti.
La chiesa di San Francesco, destinata a divenire sacrario dantesco, fu ricomposta nel suo stile romanico: raschiati gli stucchi settecenteschi all' interno, risistemato il soffitto a carena, riportata alla luce la cripta, liberato l' esterno della facciata barocca, ripristinate le antiche aperture del campanile.
Ancora nel 1921 nel giardino della tomba fu collocata la campana, dono dei Comuni d' Italia: ogni sera, all' Ave Maria, suona tredici rintocchi, tredici come il giorno della morte del poeta. Lo stesso anno, raccogliendo cimeli e ricordi, venne allestito il Museo Dantesco nei locali del monastero francescano.
Ma fu negli anni '30 che l'area mutò profondamente volto, a seguito dell' accelerazione allo sviluppo urbano impressa dall' attuazione dei primi piani regolatori, elaborati negli anni Venti.
Questi prevedevano radicali interventi di risanamento e rinnovo, una nuova viabilità, zone di espansione edilizia e di sviluppo industriale e commerciale, secondo i dettami di un' urbanistica moderna.
Il rinnovo della zona dantesca rientrava tra gli interventi prioritari e scatenò un acceso dibattito tra innovatori e conservatori. Tra 1934 e 1937 venne ampliata la piazza San Francesco, demolendo vecchi edifici sul lato settentrionale, tra cui la veneziana Casa Rizzetti.
Al loro posto sorse la Casa Oriani (attuale sede della biblioteca di storia contemporanea) e fu ricomposta parte di un chiostro cinquecentesco già della Canonica di Porto, per ricreare, insieme al viale di cipressi allora piantati e a vari antichi sarcofagi, un'atmosfera di raccoglimento attorno alla tomba del poeta. Il tempietto del Morigia, nonostante i progetti di rifacimento, mantenne l'aspetto originario. Le vie d' accesso alla tomba e alla piazza San Francesco vennero chiuse al traffico da pesanti catene, isolando quella che fu chiamata "zona del silenzio".
Il lato sud della piazza, delimitato dal nuovo Palazzo della Provincia (affacciato su piazza Caduti), fu scandito da archi a tutto sesto in caldo laterizio, che richiamano quelli della chiesa.
Verso via Ricci la piazza assunse l' attuale cortina a porticato in due fasi, negli ultimi anni Trenta e nei primi anni Cinquanta.
Prof. Gianni Morelli, Anna Missiroli
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